venerdì, febbraio 27, 2009

Ma perché mai no ?

Leggo un commento su un argomento che mi sta molto a cuore, ossia la nuova legge sui diritti/doveri dei medici in materia di cure ai clandesitini. E' preso dal forum dell'Unità on-line, ma potrebbe applicarsi ad altre materie senza tanti problemi, la considerazione è del tutto generale.

I medici continueranno a curare le persone(non è fortunatamente in discussione) e nella maggioranza dei casi si asterranno dall'esercitare il diritto di "delazione". Tuttavia se in Germania è pratica obbligatoria ed in Francia ed Inghilterra (non in Cina o nel Chile di Pinochet) facoltativa, mi pare che il divieto assoluto che fino ad ora incombeva sui nostri medici, fosse (fuori mercato). Insomma.. mica l'Italia puo' essere sempre "speciale"!


Ora, quello che mi chiedo è: "Perché mai l'Italia non può essere speciale ?" o meglio, perché si deve sempre considerare buono e giusto quanto fatto all'estero, e mai quanto di buono viene fatto o è stato fatto nel nostro paese ? Potrebbe anche darsi che questa "specialità" dell'Italia sul tema specifico sia invece una posizione particolarmente avanzata e sensata sotto il profilo umanitario, e che quindi dovrebbero in teoria essere gli altri paesi ad adeguarsi ad essa, invece che il contrario.

Secondo me si dovrebbe smettere di considerare a tutti i costi "sbagliato" quanto fatto in Italia: è vero che ci sono tantissimi esempi in tal senso, ma non la si può prendere come posizione preconcetta. E' possibile, ed anche di questo ritengo ci siano esempi lampanti, di cose che in Italia sono fatte molto bene, sia a livello di leggi, sia a livello di iniziative sociali, imprenditoriali, umane e via dicendo. Non si risolvono nemmeno, secondo me, i problemi di mentalità dell'Italia andando sempre a "fare shopping" negli altri paesi, prendendo una legge qui, l'altra là, un regolamento da un'altra parte, un modello sociale ancora altrove e così via... In Italia c'è tanto da correggere, ma non è nemmeno il caso di buttare via tutto per principio...

giovedì, febbraio 26, 2009

Come buttare nel cesso...

Morte ai fanatici ambientalisti - ambiente - Repubblica.it
E che dal nord al sud più profondo non c'è luogo dove sia pensabile montarci un impianto nucleare? L'unico sicuro sarebbe Roma, anzi il Vaticano è proprio il punto ideale... io insisto e firmo per una soluzione del genere.


Posto che il resto dell'articolo è un punto di vista interessante, ed in più punti documentato, per cui sarebbe utile, interessante e proficuo per tutti documentarsi bene, sia che si sia a favore sia che si sia contro l'uso dell'energia nucleare... perché buttare tutto in vacca nell'ultima riga con una cosa che non c'entra nulla ? Potrei capire al limite se si fosse parlato di una legge sulla fecondazione assistita, sul testamento biologico, sull'aborto o che so io. Ma cosa c'entra con il nucleare questa sparata a fine articolo ? Non mi dite che un premio Nobel (per di più per la letteratura) non è in grado di trovare una "chiusa" onesta e a tema per un articolo...

lunedì, febbraio 09, 2009

Ogni tanto qualcosa di leggero

CINEMA: KATE WINSLET, SONO SODDISFATTA DEL MIO SEDE | News | La Repubblica.it

Questa notizia trova spazio nella colonna degli ultim'ora di Repubblica. A parte che è interessante che nelle "ultim'ora" finiscano pezzi presi da giornali, che non sembrano proprio notizie "appena accadute"... comunque in mezzo ad un profluvio di notizie deprimenti, crisi, discussioni, violazioni della costituzione, proteste, casini assortiti, una notizia del genere fornisce qualche minuto di relax, aiuta un po' ad uscire da un clima cupo (anche se pienamente giustificato)

sabato, febbraio 07, 2009

Quando ci vuole, ci vuole

Premetto: sono cattolico e vedo l'anticlericalismo militante come un'altra forma di integralismo, e ritengo che la Chiesa abbia il diritto, anzi il dovere, dal suo punto di vista, di esporre quale debbano essere i riferimenti etici per i cattolici impegnati in politica (poi sta alla coscienza dei singoli politici decidere se e in che misura adeguarsi). Non sono nemmeno appassionato discettatore del fatto che ogni volta che parla un vescovo sia una "entrata a gamba tesa", o una ingerenza indebita. In realtà, credo che si attribuisca alla chiesa cattolica un peso molto maggiore di quello che ha realmente, sia nel guidare le coscienze dei cittadini, che anche quando si professano cattolici in molti casi fanno un po' come pare loro, sia nel determinare gli esiti delle elezioni (il famoso "voto cattolico").

Detto questo, può capitare che ci siano situazioni in cui in effetti gli interventi sono fuori luogo: in particolare la critica al capo dello Stato Napolitano, del tutto inopportuna sia come merito, che come metodo. Nel merito, perché dopo aver eventualmente dato indicazioni (sottolineo, indicazioni) al mondo politico sulla visione del problema da parte della Chiesa, il governo e il parlamento decideranno come meglio credono (rispondendone, anche i cattolici, alla propria coscienza). Inoltre, o meglio soprattutto, perché in questo caso non ci si trova di fronte solo ad una situazione in cui è in gioco la vita di una persona, ma si sta forzando la mano dell'ordinamento istituzionale ("Se non posso usare i decreti legge, cambio la Costituzione" e amenità simili): Napolitano non rifiuta il decreto in virtù di considerazioni morali, ma in virtù della sua funzione di custode della Costituzione. Se un decreto legge non ha le necessarie caratteristiche per essere emanato come tale, deve essere rifiutato, indipendentemente da cosa contiene. Napolitano avrebbe fatto malissimo a firmarlo, pur se fosse stato animato dalle migliori intenzioni umanitarie.

Nel metodo: parlare di "maniera immediata" e "tutto quello che si può fare" è un modo sbagliato di porre la questione. E proprio alla luce della scelta, ad esempio, del Vaticano, di non appoggiare la mozione ONU contro il reato di omosessualità. In quella sede si è anteposto un ragionamento politico di largo respiro (discutibile finchè si vuole, ma legittimo) ad una necessità "immediata", ossia di porre un freno, per quanto solo formale, alla persecuzione di persone sulla base del loro orientamento sessuale. In questo caso, al contrario, si sostiene che la necessità immediata della singola persona deve essere anteposto alle considerazioni politiche ed istituzionali, che regolano i rapporti fra organi dello Stato, o la promulgazione di leggi e decreti. Ovviamente, queste due posizioni si contraddicono.

giovedì, febbraio 05, 2009

Carità loro...

SICUREZZA: SI' A "RONDE PADANE" MA SENZA ARMI | News | La Repubblica.it

Per fortuna che sono almeno senza armi, grazie ad un emendamento di un senatore PD... quindi questa maggioranza voleva autorizzare le ronde armate di cittadini ? Se poi Di Pietro scrive a Napolitano, concludendo che

"Quello che sta avvenendo nel nostro paese, ad opera dell'attuale
governo - denuncia di pietro- sembra ricalcare più le orme del partito
nazionalsocialista tedesco degli anni '30 che quelle di una democrazia
fondata sul diritto",

gli si può poi dare tutti i torti ?

Letteralmente è giusto...

SICUREZZA: SCHIFANI, DENUNCE MEDICI NON IMPEDISCONO CURE | News | La Repubblica.it

In effetti allo straniero clandestino non viene impedito di presentarsi presso le strutture... ma lo espone alla denuncia e quindi al rimpatrio. Risultato: i clandestini non si rivolgeranno più ai servizi sanitari, con il risultato di presentare patologie che non vengono curate, e che possono poi peggiorare le condizioni sanitarie complessive anche sui cittadini italiani, che comunque convivono giorno per giorno con queste persone.

Comunque questo tipo di provvedimento conferma il rispetto della linea di governo annunciata da Maroni qualche giorno fa: "cattiveria" con i clandestini, non "rigore"...

martedì, febbraio 03, 2009

Basta capirsi

La ricetta di Maroni: "Basta bontà saremo cattivi contro i clandestini" - cronaca - Repubblica.it

Quello che non si può dire dei leghisti è che si nascondano dietro arditi giochi di parole per nascondere la realtà, eventualmente scomoda, delle proprie idee. Così almeno ci si confronta su parole chiare e non fumose alchimie. E si capisce anche chiaramente quale è l'immagine che il ministro ha dei clandestini: "A chi viene per spacciare droga, trafficare in esseri umani o peggio, le porte saranno chiuse."

Tutto molto bello e giusto, però si dovrebbe ricordare che i clandestini non sono solo quelli criminali, ma anche quelli che lavorano in tante aziende o famiglie, e che di solito per questa loro caratteristica (la clandestinità) non sono in pratica detentori di alcun diritto (ad esempio, a volte, ad un trattamento economico e personale decoroso).

Le generalizzazioni sono sempre sbagliate, ed in questo particolare momento non sembra che ci sia bisogno di aizzare gli animi contro gli stranieri, eventualmente clandestini. Un Ministro dell'Interno dovrebbe essere consapevole di questo e cercare di disinnescare momenti di tensione, piuttosto che infiammare un dibattito già di per sè piuttosto acceso.