giovedì, marzo 31, 2005

Un paese normale ?

Va bene, domenica ci sono le elezioni, però mi pare un po' troppo che il nostro Presidente del Consiglio si lamenti dell'eccessiva presenza dei "comunisti" in TV, chieda un voto contro il "pericolo per la democrazia" e si lamenti che qui "non è come negli USA".

Anche perché poi ci si trova di fronte a queste belle notizie :

Loro sono un pericolo per la democrazia
Io sono buono e bravo, loro incapaciInaugurazione della fiera
Polemiche per l'occupazione della TV

che dimostrano diverse cose:

1. che se c'è una presenza strabordante in TV è proprio quella del PdC
2. che non siamo negli USA: è vero e non discuto che sia un bene o un male. Ma è troppo comodo prendere degli USA solo quello che interessa, ossia il fatto che i comunisti non ci governino. In USA ci sono anche norme antitrust e di controllo sulle commistioni fra media e potere politico. Infatti Bloomberg per candidarsi a sindaco di New York ha dovuto sbarazzarsi di una TV tematica che si occupava principalmente di temi economici. Nessuno avrebbe mai potuto candidarsi a guidare gli USA nella posizione di Berlusconi. E non è nemmeno gradito agli elettori evitare i confronti diretti con gli avversari, come nemmeno fare invasioni di campo contro la magistratura. Insomma, è vero che non siamo gli USA, ma se fosse come negli USA non è detto che Berlusconi sarebbe nella stessa posizione odierna...
3. che IMHO il vero pericolo della democrazia è costituito da atteggiamenti e comportamenti interni all'attuale maggioranza che vanno per la maggiore in questo momento: le riforme istituzionali che cancellano i principi di bilanciamento dei poteri, il controllo "ferreo" sui mezzi di comunicazione pubblici e privati e via dicendo.

Il fatto che i "comunisti" abbiano fatto propaganda per 70 anni prima che i popoli governati se ne accorgessero forse ha convinto qualcuno che oggi è al governo ad usare gli stessi metodi, sperando che magari gli italiani si accorgano fra 70 anni di essere stati fregati...


UPDATE : non si fa a tempo a scrivere sulle fesserie di una giornata che ne saltano fuori delle altre... adesso c'è anche la minaccia dello scontro di classe, ovviamente a Porta a Porta, insomma il solito armamentario ideologico, nella stessa giornata in cui Bondi e Cicchitto accusano Prodi di alimentare un clima di guerra civile nel paese...

mercoledì, marzo 30, 2005

I, Robot

Finalmente ho avuto modo di vedere il film in oggetto, appunto "I, Robot". Devo essere sincero, non ricordo in questo momento la trama esatta del racconto di Asimov da cui è tratto il film, per cui mi fido delle recensioni, che dicono che i tratti comuni sono la presenza di Susan Calvin, delle 3 leggi della robotica e poco più.

Detto questo penso sia il caso quindi di non considerare il romanzo ma il film in quanto tale. Tutto sommato l'ho trovato un film godibile, anche se con i limiti del "blockbuster" che richiede effetti speciali a manetta e qualche scena d'azione che al 99% non era contemplata nel romanzo originale, conoscendo Asimov...

La cosa più interessante, IMHO, della trama, non è tanto il "problema" che possono rappresentare i robot ed in generale la tecnologia. Ma il pericolo di concedere ad una corporation privata uno spazio così grande nella società civile (e non solo, i robot sono diffusi anche nelle strutture militari), fidandosi delle "buone intenzioni" di chi la controlla.

Per chi non ha visto il film, avverto che da qui in avanti c'è "qualche" spoiler. Quindi se proseguire siete stati avvertiti, non venite poi a lamentarvi con me :-)

Ad un certo punto del film, pare che tutta la questione del controllo della società tramite l'azione dei robot (che rispondono ad una versione modificata delle 3 leggi) sia una scelta "eversiva" di Robertson, anche se poi si rivela una conseguenza estrema dell'applicazione delle 3 leggi da parte del sistema di sicurezza della US Robotics. Il fatto che così non fosse non credo sia particolarmente consolante, perché la "credibilità" della possibilità che un'azienda decida di sfruttare la presenza capillare dei suoi apparati in tutti i gangli della vita pubblica pone grossi interrogativi sulla possibilità che le corporation "reali" possano agire nella stessa maniera. In questo senso i governi hanno IMHO la precisa responsabilità di porre freni o controlli all'attività del "mercato" ed al potere che le aziende con i loro prodotti possono assumere nei confronti della vita dei cittadini.

venerdì, marzo 25, 2005

Finalmente libero...

Mi sono accorto che è un po' di tempo che non postavo nulla, ma la giustificazione c'era tutta: stavo preparando l'ultimo esame all'Università. Ora finalmente l'ho passato, sia scritto che orale, e quindi ora mi rimane solo da scrivere e discutere la tesi :-)

Nell'attesa di conoscere il mio futuro lavorativo, ho un po' più di tempo libero da passare a casa e da dedicare a fare tante cose che negli scorsi anni avevo messo un po' da parte per mancanza di tempo e per attività che avevano la priorità. Presumibilmente avrò più tempo per leggere e commentare quello che accade in giro.