sabato, dicembre 09, 2006

Quando è troppo...

Ora, io sono sicuramente per la convivenza pacifica di tutti i credo religiosi, però questo deve avvenire nel reciproco rispetto. Quello che succede, almeno in Inghilterra, per ora, in realtà non è colpa di fedeli di altre religioni. Anche perché chi oggi "cancella" il Natale, ci si aspetta che domani, per coerenza, proibisca qualsiasi manifestazione esteriore delle feste delle comunità ebraiche, musulmane e quant'altro... Scommettiamo che però questo non succederà ?



D'altra parte il problema è importante: il giusto rispetto di chi, in questo caso, cristiano non è deve trasformarsi in un annullamento delle specificità culturali e religiose ? Soprattutto quando queste, comunque, non vanno a danneggiare nessuno e non violano alcuna legge dello stato in cui ci si trova. Io non mi offendo certo se un musulmano rispetta il Ramadan, i precetti sul cibo o sugli alcolici, o se festeggia le ricorrenze specifiche della sua religione. Non vedo perché lui dovrebbe offendersi se io festeggio il Natale, facendo auguri e regali. Il fatto che la maggioranza della popolazione ritenga il Natale una festa da sottolineare "pubblicamente" comporta la conseguenza che il calendario natalizio nella maggior parte dei paesi europei è scandito dalle feste tradizionali di questi paesi: ma è normale in ogni paese che le feste "civili" ricalchino in gran parte i periodi festivi legati alla tradizione storica di quel paese.



C'è anche da chiedersi come mai questo sussulto di sensibilità venga fuori adesso per le comunità musulmane, ma nessuno ci abbia mai pensato come forma di rispetto per le comunità ebraiche.



Rispetto all'articolo di Repubblica, concordo con Straw: in questo modo si fornisce "materiale" a tutta quella "sottocultura" razzista che non aspetta altro che benzina da buttare sul fuoco del conflitto di civiltà. Con queste iniziative non si fa, secondo me, certo un favore proprio alle comunità a cui in teoria si vorrebbe dedicare un gesto di considerazione e rispetto.



Update (molto tardivo ma ho avuto "un po'" da fare) il fatto che, come segnalato in un illustre commento, forse si tratta del solito "azzardo" della redazione di Repubblica, non cambia la sostanza delle cose: se accadesse sarebbe sbagliato e darebbe fiato agli estremisti di ambo le parti. E, di passaggio, il fatto che i giornalisti siano a volte così "leggeri" a raccogliere notizie e pubblicarle non è certo la miglior pubblicità che possono fare alla propria specifica professionalità in un momento in cui li si vuole precarizzare: se basta leggere qualche sito con un minimo di attenzione per non scrivere vaccate...